La Torre Velasca: al via il primo restyling del grattacielo milanese

La Torre simbolo dello skyline di Milano verrà restaurata da Hines con la promessa di ripresentarsi, nel 2023, sotto una nuova veste.
La Torre Velasca al via il primo restyling del grattacielo milanese

I milanesi la chiamano affettuosamente "il grattacielo con le bretelle", a causa delle travature oblique che sorreggono la parte aggettante dell’edificio. La Torre Velasca, costruita tra il 1956 e il 1957 su progetto dello **studio BBPR - **fondato nel 1932 da Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers -, è una delle architetture più iconiche di Milano: e ora, per la prima volta, si rifà il look. Il via ufficiale ai lavori di restauro è arrivato lo scorso 21 giugno, in occasione del solstizio d'estate, con un evento organizzato da Hines, la società di real estate che ne ha acquisito la proprietà: l’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Speranza Scappucci, ha suonato dal terrazzo dell’ultimo piano della Torre per dare il suo saluto alla città, prima del completamento delle impalcature che la copriranno fino al 2023.

È il 1950 quando la società RICE , Ricostruzione Comparti Edilizi Spa, affida a BBPR  il progetto di una torre a due passi dal Duomo,  simbolo di rinascita dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. La Velasca vede la luce nel 1957:«Il valore intenzionale di quest’architettura - scriverà Rogers - è di riassumere culturalmente, e senza ricalcare il linguaggio di nessuno dei suoi edifici, l’atmosfera della città di Milano». La sua caratteristica forma “a fungo” ricorda quella delle torri medievali, ma ha in realtà una motivazione pratica: la parte superiore, più larga, ospita le abitazioni, la cui distribuzione richiede una maggiore profondità; il corpo inferiore è invece dedicato a uffici e negozi; una destinazione mista che interpreta le esigenze della nuova società che si sta formando nel dopoguerra.

Intorno alla Torre Velasca s'innesca subito un vivace dibattito internazionale: celebrata nella storica rivista newyorkese Architectural Forum già nel 1958, viene definita una delle opere «più importanti e artisticamente valide del dopoguerra» dall’architetto Giuseppe Samonà nel 1959. Non mancano le critiche alla sua forma originale, tuttavia la Torre rimane, nell'immaginario collettivo e nella storia dell'architettura, l'emblema di una grande stagione culturale.

Sottoposto dal 2011 al vincolo della Soprintendenza dei Beni Culturali,  il grattacielo ora si prepara a rinascere. «Torre Velasca tornerà presto sotto una nuova veste, grazie ad un mirato intervento di restauro e rigenerazione urbana che ne valorizza la memoria - afferma Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head di Hines Italy – nel rispetto dello stile architettonico che l’ha resa un’icona inconfondibile di Milano».

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